Un plastico, realizzato dalla Fondazione La miglior vita possibile, rappresenta – in miniatura – quello che sarà il nuovo Centro regionale per le cure palliative pediatriche – Hospice di Padova e del Veneto. L’auspicio è quello di passare nel più breve tempo possibile da un modellino in scala a una struttura vera, in grado di migliorare sensibilmente la qualità assistenziale per coloro che necessitano di cure palliative pediatriche.
Questo stesso auspicio è stato espresso, fortemente, nel punto stampa organizzato dall’Azienda Ospedale-Università di Padova che ha visto coinvolte, oltre a La miglior vita possibile, la Fondazione Cariparo, la direttrice dell’Hospice pediatrico, Franca Benini e l’assessora regionale alla Sanità. Manuela Lanzarin.
L’occasione, oltre a svelare il plastico alla stampa e alla cittadinanza, è servita anche per fare il punto sullo stato di avanzamento del progetto: “Siamo all’interno del crono-programma – spiega Stefano Bellon, segretario della Fondazione La miglior vita possibile – con un lieve ritardo che per un’opera pubblica è in realtà sintomo di un lavoro portato avanti con grande determinazione da tutti gli attori coinvolti nella realizzazione dell’Hospice”.
Preziosa la presenza del presidente della Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro, così come è importante il contributo economico portato dalla stessa Fondazione, “imbarcatasi” ufficialmente nella nave che porterà a realizzare il progetto: “La nostra Fondazione – dichiara Muraro – è particolarmente orgogliosa di poter contribuire con 1,1 milioni di euro alla realizzazione del nuovo hospice pediatrico” Muraro ha voluto ricordare come la Fondazione Cariparo sia da sempre attenta ai temi legati alla salute pubblica e come questo contributo rappresenti “la naturale evoluzione di quanto già fatto per i primi passi dell’Hospice pediatrico tanti anni fa”. “Un plauso – conclude Muraro – alla Fondazione La miglior vita possibile, che ha promosso un’efficace raccolta fondi – a cui hanno aderito anche le Fondazioni del Triveneto con un contributo complessivo di 100 mila euro – facendosi portavoce del valore di questa iniziativa”.
“Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti fino ad ora – ricorda ancora Stefano Bellon – lavorare a quest’opera non significa solo donare una “casa” più accogliente e funzionale alle rinnovate esigenze dei bambini colpiti da malattie non ancora guaribili, ma significa anche aver raggiunto un importate salto culturale, cioè quello di dimostrare che le cure palliative pediatriche sono vita . Non si parla di morte imminente ma di un progetto di vita che per molti di questi bambini ha consentito loro di entrare nell’età adulta”.
La direttrice dell’Hospice pediatrico, Franca Benini, ha voluto ricordare le origini dell’Hospice pediatrico di Padova – il primo in Italia “grazie a una lungimiranza senza precedenti – precisa Benini – delle istituzioni coinvolte nel progetto, come la Regione Veneto”. E ha rimarcato quanto lavoro ci sia da fare per il futuro, per rendere il Centro regionale ancora di più un riferimento di eccellenza sanitaria per l’assistenza di coloro che necessitano di queste cure specialistiche.
“Grazie alla Fondazione La miglior vita possibile – conclude l’assessora regionale alla sanità veneta, Manuela Lanzarin – per il lavoro svolto e per aver coinvolto numerosi enti attorno al progetto. Grazie alla Fondazione Cariparo per la sua costante presenza sui temi rilevanti per la sanità e il sociale e alla dottoressa Benini per la lungimiranza in un progetto partito molti anni fa”. Lanzarin ha rimarcato l’importanza strategica di un Centro “che non è solo di Padova o del Veneto, ma rappresenta un punto di riferimento per tutto il territorio del Triveneto: il fulcro di una rete di riferimento per dare una risposta puntuale clinica e sanitaria e umana alle esigenze di accompagnamento dei genitori, dei pazienti e delle famiglie coinvolte”.
Soddisfazione anche dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova: “Rispetteremo il crono-programma dei lavori – ha rimarcato Giuseppe Dal Ben – non posso che unirmi ai ringraziamenti alla Fondazione La miglior vita possibile per il lavoro svolto finora e, soprattutto, per aver donato il progetto con cui andremo a realizzare l’opera”.