L’umanità ha conquistato con fatica la consapevolezza che viviamo in un ecosistema, dal fragile equilibrio. Iniziative come quella delle «comunità di pratiche virtuali» va in questa direzione
In Italia solo 1 paziente su 4 ha accesso a cure palliative adeguate, con forti disparità territoriali. Manca il 50% dei medici e due terzi degli infermieri specializzati nell’assistenza domiciliare. Malati cronici dimenticati, escluso il 70% dei pazienti non oncologici.
Chiunque si sia trovato a fare i conti con la malattia, propria o altrui, si è posto tale domanda. Uno studio condotto in Tanzania, la rilancia con forza: voi che cosa ne pensate? Scrivetemi
Una recente revisione scientifica esplora l'uso dell'Intelligenza artificiale (AI) nelle case di cura per migliorare la qualità della terapia palliativa. Tra robot assistivi, sensori intelligenti e sistemi decisionali, le nuove tecnologie promettono miglioramenti significativi nella cura e nella qualità della vita degli anziani.
Dal 1990 al 2021 il numero di persone che soffrono di gravi patologie che necessitano di cure palliative è aumentato del 74%. A essere colpiti soprattutto i paesi a basso e medio reddito, le donne giovani in Africa e quelle anziane nei paesi ricchi. Occorre una risposta globale urgente e coordinata
Fondazione Vidas e Chora Media hanno realizzato quattro conversazioni con chi si trova in prima persona a fare i conti con la propria fine e con chi sta cercando la chiave per continuare a vivere dopo una perdita
I farmaci portano la loro natura «ambigua» fin dalle origini. La parola greca pharmakon, da cui derivano, significa infatti sia «medicamento» sia «veleno». Dipende soltanto dalla dose. Lo dimostra in modo ancora più evidente la questione degli oppioidi, farmaci indispensabili nell’ambito della medicina e in particolare delle cure palliative.
Sono i risultati dello studio Palliped 2022-2023. La popolazione presa in carico passa dal 15% al 25%. Salgono da 11 a 13 i centri di riferimento regionali. Crescono medici (+62%) e infermieri (+38%). Non cambiano però le caratteristiche del servizio offerto
Da Facebook a Instagram e Tik Tok, sono davvero innumerevoli i modi inventati per cercare di prolungare la presenza di una persona defunta. Con AI e realtà virtuale, addirittura, si può tornare anche a parlarci. Ma tutto questo è eticamente accettabile? E quali rischi comporta?